Tutti in piedi per l’inno

È notizia di qualche giorno fa che il governatore di Osaka, Toru Hashimoto, ha deciso di presentare un’ordinanza in cui sia esplicitamente menzionato l’obbligo per i docenti di alzarsi in piedi e cantare l’inno nazionale “Kimigayo” durante le cerimonie scolastiche.

L’inno nazionale giapponese è da taluni associato al passato militarista e imperialista del Giappone, e recentemente i casi in cui i docenti si rifiutano platealmente di unirsi al canto, citando la libertà di coscienza, sono spesso riportati nella stampa nazionale e hanno creato imbarazzo e irritazione.

A marzo l’Alta Corte di Tokyo aveva dichiarato nulle le azioni disciplinari irrogate nei confronti di 170 docenti che si erano rifiutati di alzarsi in piedi verso la bandiera e di cantare l’inno nazionale.

La mossa del governatore Hashimoto alza il livello dello scontro con i professori “ribelli”. A chi chiedeva se questa non fosse una misura eccessiva o se non violasse la libertà di pensiero dei docenti, Hashimoto ha risposto: “Se a loro non piace, possono licenziarsi. È un problema di organizzazione, non di libertà di pensiero o di coscienza”.

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